Inbound marketing e pay per clic, intervista ad Alessia Martalò

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Articolo a cura di Alessia Martalò, consulente SEO freelanceALESSIA MARTAL0'

Posizionamento organico, parole chiave, guest post, competitor, algoritmi Google. Ammettiamo che ancora oggi c’è un po’ di confusione in giro. Cerchiamo quindi di fare chiarezza.

Oggi si parla sempre più di inbound marketing, in cosa consiste e perché potrebbe essere un’arma vincente?

L’inbound marketing è una strategia che permette di essere individuati dai potenziali clienti, al contrario di quanto accade con l’outband marketing, dove è il professionista a contattare le potenziali ‘buyer persona’. Per fare un esempio pratico, strategie di inbound marketing sono il posizionamento organico e l’acquisto di annunci sponsorizzati su Google Ads (dove è l’utente a digitare determinate parole per attivare gli annunci maggiormente pertinenti). Strategie di outbound marketing sono le DEM e le newsletter (inviate, spesso, a pioggia, senza riflettere sulla reale utilità), banner su siti web e chiamate telefoniche a freddo.

Riuscire ad intercettare i bisogni dell’utente, mediante landing page ad hoc, risorse gratuite o articoli fortemente mirati, è importantissimo, perché si avrà la possibilità di farsi conoscere senza utilizzare i metodi pubblicitari classici che, spesso, sfociano nella spam e irritano i potenziali clienti.

Quali sono a tuo parere gli errori più gravi commessi dai consulenti SEO?

Non riuscire a mettersi nei panni dei clienti, non comprendere le loro necessità e comunicare in modo incompleto e fuorviante. La comunicazione, in questo lavoro, è fondamentale. Occorre riuscire a spiegare quali sono le reali potenzialità del web, senza tuttavia promettere quanto non si può mantenere. Spesso chi mi contatta tramite il mio sito mi chiede garanzie, precisando che in passato si sono avute esperienze non esattamente positive.

Promettere la prima posizione, però, è impossibile oltre che poco professionale. Così come lo è confezionare preventivi al ribasso e poi dover fare link building su siti di comunicati stampa gratuiti e directory, ovviamente con risultati poco confortanti.

Fidarsi, in quest’ottica, diventa complicato. Quali sono i consigli che ti senti di dare a questo proposito?

Prima di affidarsi ad un consulente SEO bisognerebbe approfondire diversi aspetti. Se possibile, farsi mostrare e spiegare gli ultimi lavori realizzati, rintracciare testimonianze e recensioni su LinkedIn, sul sito del professionista e su Google My Business. Ma ciò non è sufficiente. Vale la pena di farsi spiegare, almeno a grandi linee, le tecniche utilizzate ed eventualmente chiedere esempi di articoli sponsorizzati o comunicati stampa già pubblicati.

È importante poi saper leggere un preventivo. Date un’occhiata per esempio ai volumi di ricerca delle parole chiave che il consulente SEO intende posizionare. È un’operazione semplicissima e lo si può fare gratuitamente con Google Ads. Qui si può barare facilmente: raggiungere un buon posizionamento con chiavi che presentano un volume di ricerca mensile inferiore a 10-15 è probabilmente alla portata di tutti. Ma produrrà un incremento di traffico molto contenuto, se non nullo. E, dunque, zero conversioni. Ne vale la pena?

Quando vale la pena, invece, investire in campagne PPC (pay per clic)?

Impossibile generalizzare. Va detto però che l’attività di posizionamento SEO organico è graduale e prolungata nel tempo. Non è possibile raggiungere la prima posizione in tempi brevi. Dunque, in certe circostanze, può essere utile investire in campagne pay per clic, su Facebook o Google, così da essere immediatamente visibili e riuscire a convertire sin da subito.

Però il posizionamento organico permette di risparmiare, è esatto?

In linea di massima sì. La visibilità mediante Google Ads o Facebook Ads è necessariamente limitata nel tempo, si è visibili fino a quando si ha budget a disposizione. E, soprattutto, è necessario ottimizzare gli annunci, le parole chiave e la targettizzazione (a seconda dello strumento utilizzato) per massimizzare i risultati.

Un’attività di link building, invece, mirata al posizionamento organico, prevede un costo fisso e permette di raggiungere una visibilità duratura. Ovviamente, come detto prima, è importante rivolgersi alla persona giusta!

Ultima domanda, quale sarà il futuro della SEO?

Domanda molto complessa, davvero difficile rispondere! Sicuramente, nel prossimo futuro, sarà importante utilizzare il protocollo https e migliorare le performance di caricamento del sito, soprattutto su mobile. Bisognerà poi tenere conto della ricerca vocale, che pian piano sta prendendo sempre più piede, e che in futuro cambierà inevitabilmente il modo di lavorare dei SEO di oggi.